2006, Nu Sante in Paradise (commedia in Vernacolo)

Scritta nel febbraio 2006, la commedia fotografa la trepidazione vissuta dai tifosi ascolani nel corso dell'estate 2005, quando, appreso delle irregolarità e degli illeciti sportivi commessi dalle società calcistiche del Perugia e del Torino, in città si sollevò la speranza che la squadra dell'Ascoli, VI classificata nel campionato cadetto, potesse essere ripescata per partecipare al campionato di serie A. Ad interpretare in modo più autentico questo sentimento di attesa e di speranza chi poteva essere se non l'indimenticato Presidente Costantino Rozzi?

E' lui che, accortosi dal Paradiso di quanto stava accadendo, comincia a darsi da fare per trovare una soluzione. Capisce che quello che serve è "Nu Sante in Paradise" e sollecitato da uno zelante Arcangelo Michele, passa in rassegna il panorama, anche in senso geografico, dei Santi del nostro territorio. Ma, ahimè, dal più famoso S. Emidio, in depressione per colpa della mancata tempestività in occasione dello Tsunami asiatico, al dimenticato Beato Corrado Miliani, le cui reliquie sono conservate all'altare laterale della Chiesa di S. Francesco, al Beato Bernardo di Offida, fuori dal convento perché recatosi a Lu Bove Finte, Al Beato Marco da Fonditore, ancora in giro per funghi, sino al più conosciuto ma fedigrafo S. Serafino da Montegranaro (che si scopre essersi "venduto" Diego della Valle e pertanto alla Fiorentina), il povero Rozzi non trova un'anima disposta a soccorrerlo.

Nel frattempo Angelo domatore, incaricato da S. Pietro di trovare un Pubblico Ministero per il processo che avrebbe dovuto valutare la degnità della squadra di salire in serie A, stante lo sciopero dei magistrati togati, si risolve astutamente ricorrendo a dei Giudici Onorari che pesca tra le Belve dell' Inferno, sapendo di trovarle disposte a qualunque attività pur di uscire per un po' dal luogo infame in cui vivono. Spazientito del ritardo con cui Rozzi procede nella ricerca del Santo difensore, Angelo suggerisce di spostare la ricerca verso la vallata, e fa il nome di S. Giacomo della Marca.

Presentandosi come una star, Giacomo rivela che il suo interesse per la Marca, è limitato alla "marca" in senso di griffe, e con disprezzo liquida Rozzi dopo aver constatato che non indossava alcun indumento di "marca".

Angelo fa ancora un tentativo, interpellando al volo le anime di Avvocati che si fingevano di passaggio. Ma anche questi, scoperto dopo una veloce indagine, che la squadra da patrocinare non avrebbe apportato né denaro, né prestigio, abbandonano il campo. In un ultimo guizzo disperato, Rozzi si ricorda di s. Rita, alla quale già tante volte aveva fatto ricorso, ma la Santa, affetta da un gran dolore di schiena per ssere recentemente caduta dalla "Cascia", è costretta a rifiutare l'incarico.

Mentre Rozzi sconsolato si abbandona alla disperazione, uno sconosciuto pellegrino, in abiti talari del 700, cerca di informarsi sull'accaduto. E' Mons. Francesco Antonio Marcucci che, ragguagliato da Arcangelo, rivela che se venisse interpellato potrebbe prestare il suo soccorso, ma, ribadisce, non senza la esplicita richiesta da parte del bisognoso, giacché per legge, non essendo ancora Santo, non può intervenire.

A questo punto Rozzi prende l'iniziativa: introdottosi furtivamente all'interno della porta della zona del Paradiso riservata ai santi, imitando la voce di S. Pietro, ordina che a quel pellegrino venga conferito l'incarico di difensore nella causa in corso.

Marcucci è costretto ad obbedire agli ordini del finto San Pietro.

Rozzi e Marcucci usciranno dalla porta del Paradiso avendo entrambi ottenuto la promozione: l'uno la serie A calcistica, l'altro nella serie A canonica!!!

Sabina Gaspari

Voi sapete che, prima di essere Presidente dell'Ascoli, io sono un ascolano, e fare qualcosa per la nostra città è qualcosa che mi dà fascino e mi dà veramente tanta gioia.

Costantino Rozzi